In particolare tre sono i punti critici che mettono in crisi la scuola:
- A chi far leggere la diagnosi e tutta la documentazione relativa allo studente con DSA.
- Parlare alla classe dei DSA e del perché alcuni studenti utilizzano strumenti negati ad altri.
- Permettere la registrazione audio delle lezioni.
Secondo me dovrebbero essere informati anche i supplenti prima di entrare nella classe dello studente con DSA, per evitare che sia lo studente stesso ad informarli, di solito con un certo imbarazzo per spiegare come mai lui ha un computer e gli altri no. Perché mai non tutti possano portare il computer a scuola in quest'era di "nativi digitali" resta ancora un mistero, ma questa è un'altra storia.
Il secondo punto lo trovo assurdo. Spesso questa è una paura dei genitori, che non vogliono "far ghettizzare" il loro figlio, dichiarare apertamente che è "diverso" dagli altri studenti. Siamo tutti diversi ed abbiamo tutti esigenze diverse. Lo studente, però, entra in classe con un personal computer, quando viene interrogato può usare le mappe concettuali, quando fa un compito di matematica usa la calcolatrice:
questo non lo rende "diverso" dagli altri?
SI, lo rende diverso se nessuno ha spiegato perché usa degli strumenti compensativi o viene dispensato da alcune cose. Se si spiega a tutta la classe che cos'è la dislessia e che gli strumenti compensativi limitano le difficoltà di uno studente con DSA e lo portano quasi allo stesso livello di uno senza DSA, allora la diversità si annulla. Bambini e ragazzi hanno un forte senso di giustizia, se capiscono perché alcuni hanno bisogno di strumenti diversi dai loro, non si lamenteranno di non poterli avere anche loro, anzi quando arriverà un supplente in classe saranno loro stessi a spiegare perché il loro compagno e amico usa il computer.
Perché vostro figlio accetti il suo "essere dislessico" dovete essere voi genitori i primi a capirlo ed accettarlo, e conseguentemente ad educare vostro figlio sulla "normalità di essere dislessico". Autostima e consapevolezza di se daranno ai vostri figli la forza di affrontare qualsiasi difficoltà la vita gli porrà di fronte.
Il terzo punto è la battaglia delle battaglie tra genitori e studenti da una parte e docenti dall'altra.
I primi hanno bisogno delle registrazioni per essere dispensati dal prendere appunti e per poter studiare riascoltanto la lezione al posto di leggere dal libro, i secondi le rifiutano per la paura di essere giudicati da chi non è in classe, per la paura di poter dire cose di cui potrebbero pentirsi, perché non ci sarebbe più "verba volant". Oggi queste paure sono piuttosto ridicole, la tecnologia permette a chiunque di registrare senza che qualcuno se ne accorga. Credo, anzi, che il sapere di essere registrati ponga docenti e studenti in uno stato di concentrazione ed attenzione più alto e che sia quindi migliorativo delle lezioni in classe: se lo studente sa che la lezione viene registrata eviterà comportamenti o commenti di disturbo per i quali potrebbe essere punito.
Ad ogni modo queste sono solo delle mie riflessioni, il Comunicato Stampa di AID del 19/11/2012 spiega bene che la Legge 170 stabilisce l'obbligo per le Istituzioni scolastiche di garantire l'uso degli strumenti compensativi tra i quali "il registratore, che consente all’alunno o allo studente di non scrivere gli appunti della lezione" e che "la registrazione delle lezioni per fini individuali di studio non riguarda la legislazione in materia di privacy" come dichiarato dal Garante della Privacy: "Al riguardo, questa Autorità ha precisato che gli allievi possono registrare le lezioni quando la registrazione viene effettuata per fini personali, come ad esempio per motivi di studio individuale".
Quindi non ci sono più scuse: i docenti possono (devono) leggere la documentazione anche riservata dei propri studenti con DSA e gli studenti possono registrare le lezioni (a scopo di studio individuale e senza distribuirle ad altri o pubblicarle in rete).